Parlami d'amore Mariù!

04.03.2019

Viviamo in una società prettamente estetica e questo è innegabile. Lungi da me il voler dare vita ad un articolo impropriamente nostalgico e di totale critica nei confronti dei costumi odierni, ma è sicuramente da incoscienti non notare molti aspetti nella quale verte la situazione. Siamo la "Generazione Social" e su questo siamo tutti d'accordo; i social sono sicuramente delle piattaforme molto divertenti e la condivisione ha i suoi aspetti positivi. La cosa che mi fa pensare, è l'utilizzo di "scavalcatore" (passatemi il termine) sociale che tali strumenti hanno assunto, ovvero: il social come catalizzatore per bruciare le tappe della relazione con il prossimo per arrivare subito al dunque. Ipocrita sarebbe negare il fatto che non ci sia mai capitato di conoscere qualcuno tramite: Facebook, Instagram o analoghi; magari conoscenze che si sono trasformate in vere e proprie storie d'amore, storie di una sola notte, amicizia, inimicizia e potremmo andare avanti ancora per molto tempo.

È come se fosse diventato il nostro personale database dove possiamo addentrarci nella vita personale di qualcuno ancor prima di conoscerlo. Dove i meno temerari possono avventurarsi nella conoscenza di quell'individuo senza dover fare i conti con il disagio che si prova trovandosi faccia a faccia. Sembra tutto bellissimo, ma... ma per un inguaribile romantico come me, questa è anche la rappresentazione di un qualcosa che si sta perdendo: la spontaneità. Non ho dato vita a questo (chiamiamolo blog), per farvi la morale e me ne guarderei bene visto che adoro Instagram e inoltre come a tutti voi, mi capita di conversare tramite esso, anche perché talvolta questi sono gli unici strumenti che ci permettono di sentire qualcuno che vive lontano o si è molto impegnati durante il giorno e il tempo per vedersi è pochissimo o del tutto assente, oppure chissà per quali altre ragioni. Voglio però solo dire che, anche se non si dovrebbe guardare al passato, si potrebbe attingere da lui per riscoprire le care e vecchie "maniere" della conoscenza e della comunicazione. Non che l'amore abbia delle regole, non lo credo, però sarebbe bello riscoprire quel savoir fair, la bellezza del corteggiamento, lo scoprirsi e creare un'intimità. La timidezza esiste, ma è pur vero che la società ci ha inculcato l'idea di dover piacere per forza tralasciando il vitale aspetto che, nel rituale della conoscenza, l'importante è conoscersi e non conquistare, quella è un'impresa che dovrebbe essere affrontata dopo. Lo spasimante non è un bottino, né un trofeo, ma solo un qualcuno che prima di farlo diventare ciò, bisognerebbe comprendere se sia in accordo con noi e con il nostro modo d'essere.

Veniamo bombardati ogni secondo della nostra vita con rappresentazioni di come dovrebbe essere: la bellezza, l'aspetto caratteriale di un uomo o una donna, per essere definiti "socialmente belli". Il mondo in realtà, però, segue una sotterranea direzione propria fatta di gusti personali perfettamente scindibili dai cliché a cui siamo abituati e le categorie dei siti porno, la dicono lunga sull'enormità dei gusti personali dell'umanità! Questo giusto per fare un esempio ironico.

Forse è giunto il momento di fare un respiro profondo e prendere tutto il proprio coraggio nelle proprie mani per andare a parlare con chi ci piace guardandolo negli occhi; sarebbe bello regalare un fiore al posto di un "Like" di tanto in tanto. 

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