Ho lavorato in un sexy shop.
Ho lavorato per un periodo in un sexy shop, durante il quale ho avuto un picco di popolarità. Ricevevo messaggi continuamente, la gente mi scriveva incuriosita, qualcuno addirittura mi ha fermato nella biblioteca universitaria per dirmi:" Ma sei tu quello che lavora nel sexy shop?". L'apice è stato raggiunto quando un amico a me sconosciuto, di una mia amica, rivolgendosi a lei disse:" Ma posso chiederglielo? Dici che posso?"; la mia amica divertita rispose:" Ma si! Vai! Chiedi pure!". Questo giovanotto con un'aria imbarazzata come se dovesse chiedere alla ragazza per la quale ha una cotta di uscire, si volta verso di me (che ero seduto al suo stesso tavolo e quindi praticamente avevo assistito a tutto il dialogo), e mi dice:" Ma è vera la storia che lavori in un sexy shop?"; ed io:" Si". E lui:" Wow, è dimmi.. Come è lavorarci?".
Bene. Siccome questa domanda mi è stata fatta almeno un centinaio di volte da un centinaio di persone diverse, voglio rispondere pubblicamente una volta per tutte.
Come è lavorare in un sexy shop?
Premetto che non si è trattato solo di un sexy shop, ma anche di una videoteca di film hard che per quanto ormai internet sia radicato nella cultura odierna, pare non siano passati ancora di moda. Detto ciò, questo è il riassunto di quei giorni passati tra: dildo, film scat, bambole gonfiabili e chi più ne ha più ne metta.
Di solito chi fa un lavoro definito "insolito" o comunque non molto mainstream, esordisce con la solita frase fatta:" Ma è un lavoro come un altro". Ca**ate.
Essere: un agente segreto, una star del cinema, un attore porno o lavorare in un ambito come il sexy shop, non è un lavoro come tutti gli altri. Non si tratta di vendere un paio di scarpe, un chilo di pane o altre cose a cui siamo abituati quotidianamente; qua si tratta di entrare nella sfera più intima e personale dell'individuo, cioè: la sessualità. Quindi smettiamola di dire che sia un lavoro come tutti gli altri, perché ci sono lavori che non sono come tutti gli altri. Il punto è che intorno alla sessualità ancora oggi ci sono dei tabù che sono radicati in maniera fortissima all'interno della società. Ambienti come questi inoltre, non sono frequentati solo da gente pervertita come si crede. C'è tanta gente che cerca un'esperienza in più, coppie che vogliono condire il proprio rapporto con un qualcosa di piccante, studentesse troppo impegnate a dover stare sui libri e quindi incapaci di avere delle frequentazioni e in più, ci sono molte persone con dei deficit fisici che impediscono loro di poter avere sane relazioni amorose e di conseguenza sessuali, ed è un bene che esistano posti come questi, che esista la prostituzione (quella libera, non quella gestita dalla malavita), perché un individuo che può "sfogarsi", passatemi il termine, è un individuo più in pace con se stesso e quindi innocuo per la società, perché credetemi, la repressione sessuale incattivisce, rende pericolosi, fa scoppiare le guerre. Per Freud, che è stato il padre della psicoanalisi, le armi sono "falli" con i quali vogliamo "penetrare" il nemico e la mancanza di appagamento sessuale, fa scaturire rabbia e violenza.
Ma ritorniamo a noi; lavorare in un sexy shop è come credere di aver capito le donne, credi di averle capite, ma in realtà fidati, non hai capito un ca**o (ahah). Ecco, lavorare in un sexy shop è esattamente lo stesso; credi di sapere tutto perché ti guardi i porno dalla prima media, ma in realtà non hai capito un ca**o di sessualità e ti spiego subito il perché. Ti sei rovinato la vista per anni grazie al porno dal quale hai appreso anche l'inglese meglio che a scuola, tanto da capire i dialoghi iniziali prima di averne abbastanza e fare buffering per arrivare direttamente al nocciolo della questione, e ti senti così di casa sul tuo sito preferito, tanto che credi che i tuoi gusti siano quelli del cliente che hai di fronte per quanto ti sei abituato a viverti e a vederti così. ERRATO. Ed è uno sbaglio che ho fatto anche io, perché quando si presentava qualche arzillo vecchietto, ero straconvinto che amasse le Teen come il sottoscritto (Si, sono uno dei pochissimi che preferisce le teen alle MILF e non me ne vergogno!) e allora lo portavo direttamente a quella categoria di film e capitava che finisse per prendermi ad occhiatacce perché in realtà, colpo di scena, voleva un bel DVD stracolmo di transessuali sudamericani! E mi crollava il mondo addosso! Ma non perché ci sia qualcosa di male eh, ognuno ha i suoi gusti per carità, ma perché io ho sempre visto i vecchietti in piazza a commentare in maniera opinabile le minorenni che passavano e allora ero straconvinto di ciò che stessi facendo, perché preferendo le Teen, mi sentivo più vicino a loro (rido mentre scrivo tutto questo).
Lavorando in un sexy shop comprendi quanto anche la sessualità segua le tendenze. Dopo il grande successo secondo me esagerato di "Cinquanta sfumature di grigio", è scoppiata la moda delle cosiddette "palline vaginali". Non sapevo nemmeno l'esistenza di un tale oggetto che ho scoperto, serva per allenare i muscoli della vulva ed è amatissimo da Miley Cirus e Khloe Kardashan. In più sono molto di moda anche i vibratori comandati a distanza che sono forse l'articolo che mi è stato più richiesto dagli uomini che volevano donarli alla propria compagna; e pensare che c'è chi dice che il romanticismo sia morto e sepolto!
Lavorare in un sexy shop è come essere un prete. La gente ti confessa le proprie perversioni, i propri peccati, i propri pensieri impuri e tu invece di fargli recitare i "Padre nostro" e le "Ave Maria" come penitenza, gli fai un bello sconto su una bella min**ia in silicone di 30 centimetri o su una bambola gonfiabile con gli stessi tratti somatici di Beyoncé perché si signori, esiste anche quella! E lei o lui, se ne va più leggero, sorridente e appagato.
Lavorare in un sexy shop è come avere una lente di ingrandimento sul mondo. Parli con: prostitute, gigolò, trans, omosessuali, lesbiche, bisessuali e comprendi una cosa molto importante. Comprendi che dietro a quelle parrucche, a quelle sopracciglia finte, dietro a quei modi femminili o mascolini, dietro a tutto questo, ci sono persone, spesso bellissime persone, che vengono: emarginate, trattate male, giudicate, quando in realtà vi posso assicurare, spesso la gente che li denigra è la stessa gente che poi la notte va alla loro ricerca per esaudire le voglie più nascoste, è la stessa gente che si chiude nelle cabine del negozio per guardare film con loro come protagonisti. Ho compreso tramite loro che la società ha due facce: una che è quella "puritana", dove bisogna mostrare una certa "etica", la faccia "religiosa" e dell'apparenza; l'altra è la faccia della realtà, ma come dice una nota canzone:" La verità ti fa male, lo so!". La verità è che il sesso piace a tutti, siamo tutti dei lussuriosi e di questo non c'è niente di cui vergognarsi perché ci fa essere felici. L'importante ovviamente è viversi la sessualità con rispetto verso se stessi e verso il prossimo.
Lavorando in un sexy shop ho capito che l'Italia è un paese che va a puttane, ma veramente ci va! In tutti i sensi!
Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla comunità LGBT, dicendo che il diverso non esiste, esiste solo nelle nostre teste. Ciò che avviene sotto le lenzuola non è un affare pubblico, non è lecito che una persona o un gruppo di persone, dicano cosa sia giusto per gli altri, cosa sia "contro natura" e cosa no. Viva la libertà.